Le tre costituzioni pacifiste

Il rifiuto della guerra nelle costituzioni di Giappone, Italia e Germania

Mario G. Losano

Global Perspectives on Legal History 14
Frankfurt am Main: Max Planck Institute for European Legal History 2020. VII, 404 S.
Online-Ausgabe: Open Access (PDF-Download, Lizenz: Creative Commons CC BY 4.0 International)
Druckausgabe: 26,38 € (Print on Demand bei ePubli)

ISSN 2196-9752
ISBN 978-3-944773-26-1

eISBN 978-3-944773-27-8

Zitatlink für die Online-Ausgabe: : http://dx.doi.org/10.12946/gplh14


I tre Stati sconfitti nella Seconda Guerra Mondiale inclusero nelle loro costituzioni postbelliche, tuttora vigenti, un articolo che vieta il ricorso alla guerra non difensiva. Per Giappone, Italia e Germania la prima parte del volume ripercorre i difficili anni tra la fine della guerra e l’inizio della pace (con i processi di Norimberga e Tokyo, le epurazioni, le riparazioni e il rinnovamento della scuola) e analizza la genesi delle tre costituzioni nel 1947-49.

La sconfitta bellica ebbe conseguenze diverse nei tre Stati e diverso fu quindi il percorso per giungere alla formulazione dell’articolo che vieta la guerra. La divisione del mondo in due blocchi ostili impose però il riarmo dei tre Stati e così iniziò un processo di attenuazione dell’originario divieto della guerra. Infatti la partecipazione ad organismi internazionali impone oggi a ciascuno dei tre Stati di partecipare alle nuove guerre, presentate come operazioni di “peace keeping”. Si fanno quindi sempre più frequenti le richieste di modificare o addirittura di abrogare questi articoli pacifisti, soprattutto in Giappone a causa della sua posizione geopolitica.

Nella seconda parte, tre ampie appendici di documenti approfondiscono per ciascuno dei tre Stati un aspetto specifico della sua vicenda costituzionale. Per il Giappone, dai documenti alleati che prepararono l’avvento della costituzione postbellica si passa all’esame del pacifismo giapponese per giungere infine all’attuale dibattito politico sulla modifica dell’articolo pacifista, sotto la pressione degli interessi russi e cinesi e sotto la minaccia militare della Corea del Nord. Per l’Italia viene esaminato, da un lato, l’interesse per il Giappone attraverso la figura del letterato e soldato Gabriele D’Annunzio e del suo “fratello samurai”; e, dall’altro, il movimento oggi dimenticato dei “Partigiani della Pace” attraverso due documenti inediti. La Germania postbellica, infine, era divisa in due Stati. La parte occidentale della Germania si diede una “Legge Fondamentale”, oggi estesa all’intera Germania unificata: vengono proposte le parti dei verbali dell’organismo costituente nelle quali prese forma l’articolo pacifista. L’analoga legislazione della parte orientale della Germania è documentata in modo più sintetico, poiché quell’ordinamento è ormai soltanto un ordinamento storico.

Questa triplice indagine storico-costituzionale fornisce la spiegazione della genesi e dell’evoluzione della norma pacifista voluta dagli alleati vincitori, permettendo così una migliore comprensione dell’attuale dibattito sulla sua incombente modificazione.

Indice

1 Un memento preliminare: Dulce bellum inexpertis
7 Capitolo I
Tre costituzioni dalle dittature alle democrazie parlamentari
169 Capitolo II
Il rifiuto della guerra nella Costituzione giapponese del 1947
193 Capitolo III
Il rifiuto della guerra nella Costituzione italiana del 1948
219 Capitolo IV
Il rifiuto della guerra nella Legge Fondamentale tedesca del 1949
Appendici
235 I.
Giappone: Il disarmo totale in un’area dalle tensioni crescenti
269 II.
Italia: Tra guerra e pace: D’Annunzio, Shimoi Harukichi, Stalin e Bobbio
302 III.
Germania: Il ripudio della guerra e il riarmo nelle costituzioni dei due Stati tedeschi
335 Elenco degli scritti citati
371 Indice analitico
389 Indice dei nomi
399 About the Author
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